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Il quadro economico obsoleto: il FMI sta fallendo nella sua missione?

L’ambizioso quadro del dopoguerra mostra crepe

Martin Guzman, ex ministro delle finanze argentino, fa parte di un crescente coro di economisti e leader mondiali che sostengono che il quadro economico del secondo dopoguerra, incentrato sul Fondo monetario internazionale (FMI) e sulla Banca mondiale, non riesce a realizzare la sua missione di crescita economica globale e stabilità. Guzman ritiene che il sistema attuale contribuisca a un’economia globale iniqua e instabile, evidenziando la necessità di un cambiamento.

L’Argentina, in particolare, è alle prese con una crisi economica, caratterizzata da un tasso di inflazione annuale superiore al 140%, lunghe code alle mense dei poveri e una significativa svalutazione della valuta. L’efficacia delle misure del FMI e l’idoneità del quadro economico ideato decenni fa vengono ora messe in discussione alla luce delle mutevoli dinamiche geopolitiche, dei legami economici consolidati e dell’incombente minaccia del cambiamento climatico.

Sistema obsoleto e problemi crescenti

Il Fondo Monetario Internazionale è stato istituito nel 1944 per aiutare i paesi in difficoltà finanziarie, mentre l’obiettivo della Banca Mondiale era la riduzione della povertà e lo sviluppo sociale. Tuttavia, queste istituzioni e l’ideologia fondamentale conosciuta come “Washington Consensus” sono ora viste come obsolete, disfunzionali e ingiuste. António Guterres, il Segretario generale delle Nazioni Unite, ha criticato l’architettura finanziaria globale, sostenendo il cambiamento nel contesto dei cambiamenti nel potere economico globale e il riconoscimento degli effetti dannosi della disuguaglianza, dei pregiudizi di genere e del cambiamento climatico.

La portata e la complessità dei problemi che affliggono i paesi a basso e medio reddito sono notevolmente aumentate, con un debito in aumento, una crescita lenta e investimenti limitati nella sanità pubblica, nell’istruzione e nell’ambiente. La risoluzione delle crisi del debito è ora più impegnativa a causa del coinvolgimento della Cina e di numerosi creditori privati, che supera il precedente coinvolgimento delle banche occidentali.

L’evoluzione dell’economia globale supera l’adattamento istituzionale

Le dinamiche dell’economia globale hanno superato l’evoluzione e l’adattamento del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. Le loro risposte sono state più lente del necessario, provocando ulteriore insoddisfazione. Gita Gopinath, il primo vicedirettore generale del FMI, riconosce che il sistema globale basato su regole non è stato progettato per affrontare i conflitti commerciali basati sulla sicurezza nazionale. Di conseguenza, la necessità immediata di soluzioni sostenibili per il debito ha sostituito le misure di austerità.

L’Argentina, spesso citata come un noto esempio di fallimento economico, non è la sola a sostenere una rivalutazione del sistema di Bretton Woods. Mia Mottley, il primo ministro delle Barbados, è stata fondamentale nel chiedere il cambiamento, evidenziando una rottura nel rapporto tra nazioni ricche e povere. Mottley sottolinea la responsabilità delle nazioni ricche, molte delle quali hanno prosperato grazie allo sfruttamento delle ex colonie, nell’affrontare il cambiamento climatico e prevenire oneri debitori debilitanti.

La necessità di un nuovo approccio

I paesi in via di sviluppo necessitano di un sostanziale sostegno finanziario per gli investimenti nella sanità pubblica, nell’istruzione, nei trasporti e nella resilienza climatica. Tuttavia, il complesso panorama dei finanziatori privati ​​e la varietà di accordi di prestito hanno complicato le negoziazioni sul debito, e attualmente non esiste alcuna autorità legale internazionale per risolvere tali questioni. Gli sforzi per affrontare il debito sovrano sono ulteriormente ostacolati dalla mancanza di consenso tra il FMI, la Cina e gli obbligazionisti in casi come il default dello Zambia.

I sostenitori del cambiamento, come Guzman e Mottley, propongono uno spostamento verso maggiori sovvenzioni e prestiti a basso interesse con periodi di rimborso più lunghi. Sostengono riforme globali per affrontare le sfide uniche del panorama economico odierno. Tuttavia, gli Stati Uniti restano contrari a tali cambiamenti, sostenendo che non sono necessari.

In conclusione, l’attuale quadro economico globale, istituito dopo la seconda guerra mondiale, si trova ad affrontare critiche significative poiché fatica ad affrontare le complessità in evoluzione del mondo moderno. Il cambiamento delle dinamiche geopolitiche, l’aumento del debito, le minacce climatiche e la necessità di una migliore rappresentanza dei paesi in via di sviluppo al tavolo decisionale hanno evidenziato le carenze dell’attuale sistema. Le richieste di riforme e di un approccio più equo si fanno sempre più forti.


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