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La crescita dei salari nel Regno Unito rallenta, ma è ancora forte, ponendo un dilemma per la Banca d’Inghilterra

Un mercato del lavoro che si raffredda

Secondo Darren Morgan, direttore delle statistiche economiche presso l’ONS, sebbene gli utili continuino a mostrare una crescita robusta in termini di liquidità, ci sono indicazioni di un generale allentamento della pressione salariale. L’economia britannica attualmente si trova ad affrontare una stagnazione, con diversi analisti che suggeriscono la possibilità di una leggera recessione nei prossimi mesi, un destino condiviso da alcune nazioni europee.

Tuttavia, la carenza di lavoratori dovuta alla contrazione della forza lavoro britannica durante la pandemia, combinata con le restrizioni sul lavoro post-Brexit per i lavoratori dell’Unione Europea, ha lasciato molti datori di lavoro in difficoltà per coprire i posti vacanti. Martin Beck, capo consulente economico del club di previsione EY ITEM, vede i dati sulle retribuzioni come un segnale positivo per il Comitato di politica monetaria. Nonostante ciò, ritiene che il comitato continuerà a enfatizzare il messaggio “massimo più a lungo” poiché la crescita annuale delle retribuzioni rimane il doppio del ritmo necessario per raggiungere l’obiettivo di inflazione del 2% della Banca d’Inghilterra.

Se si tiene conto dei bonus, che tendono a essere volatili, anche la crescita delle retribuzioni è rallentata dall’8,0% al 7,2% nei tre mesi fino a settembre. La Banca d’Inghilterra esprime preoccupazione per il fatto che la crescita dei salari, in particolare nel settore privato, rimanga troppo forte per portare l’inflazione al livello target del 2%, anche se l’economia nel suo complesso ristagna.

I dati sull’inflazione nel Regno Unito sono diminuiti rispetto all’ottobre dello scorso anno, quando raggiunsero l’11,1%. Tuttavia, la lettura più recente del 4,6% supera ancora l’obiettivo del 2% della BoE, costringendo la banca centrale a rimanere vigile contro le pressioni inflazionistiche all’interno dell’economia.

I posti vacanti hanno registrato un calo per il 17° mese consecutivo, scendendo di quasi il 30% rispetto al picco registrato nei tre mesi precedenti a novembre. Ciononostante, i posti vacanti rimangono più elevati rispetto a prima della pandemia. Per combattere la carenza, il ministro delle Finanze Jeremy Hunt ha recentemente introdotto modifiche al sistema di welfare con l’obiettivo di aumentare i tassi di occupazione.

Mentre i dati di martedì rivelano un tasso di disoccupazione stabile del 4,2% nei tre mesi fino a settembre, l’occupazione è aumentata di 50.000 persone. Vale la pena notare che l’ONS ha modificato il suo metodo di misurazione del mercato del lavoro, sollevando qualche dubbio sull’affidabilità di queste cifre.

Nonostante il rallentamento della crescita delle retribuzioni principali, i lavoratori hanno registrato il maggiore aumento dei loro redditi reali, adeguati all’inflazione dei prezzi al consumo, dai tre mesi precedenti a settembre 2021, con un aumento dell’1,2% su base annua.


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