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I prezzi del petrolio subiscono un calo mentre l’inflazione negli Stati Uniti aumenta nonostante gli aumenti dei tassi di interesse

Dopo che l’amministrazione Biden ha annunciato ulteriori vendite di greggio, i prezzi del petrolio sono diminuiti.

Dopo l’annuncio dell’amministrazione Biden di ulteriori vendite di petrolio dall’American Strategic Petroleum Reserve, i prezzi del petrolio sono scesi martedì. Alle 9:00 ET (14:00 GMT), il contratto è sceso dell’1,2% a 85,57 dollari al barile, mentre i future sono stati scambiati in ribasso dell’1,6% a 78,90 dollari al barile.

L’inflazione negli Stati Uniti aumenta più rapidamente del previsto

Il tasso di inflazione degli Stati Uniti è aumentato il mese scorso a un tasso maggiore del previsto, secondo i dati rilasciati all’inizio di quel giorno. L’inflazione è stata del 6,4% a gennaio rispetto al 6,5% di dicembre. Nonostante questo aumento, è rimasto superiore al tasso di crescita previsto del 6,2%. Il tasso annuo, che esclude beni volatili come energia e cibo, si è attestato al 5,6%, in calo rispetto al 5,7% del mese precedente, ma comunque superiore alla previsione dell’economista del 5,5%.

L’inflazione rimane vischiosa nonostante l’aumento dei tassi di interesse

Secondo questa ricerca, l’inflazione continua a essere un problema anche dopo che la Federal Reserve ha approvato una serie di aumenti dei tassi di interesse nel tentativo di fermarla. Ciò si tradurrebbe in endpoint più elevati per questi aumenti, che potrebbero spingere l’economia statunitense in una recessione quest’anno come il più grande consumatore mondiale di petrolio.

Dopo l’annuncio dell’SPR, il mercato del greggio ha iniziato a rilento.

Dopo che il governo degli Stati Uniti ha annunciato lunedì in tarda serata che venderà altri 26 milioni di barili di petrolio dalla SPR come parte di un rilascio richiesto dal Congresso, il mercato del greggio ha visto un inizio lento martedì. A seguito di importanti rilasci di emergenza dello scorso anno, gli analisti di ING hanno osservato che ci sono stati recenti indizi secondo cui l’amministrazione statunitense potrebbe posticipare o annullare questo rilascio.

L’OPEC alza le proiezioni sulla domanda, ma riduce le previsioni sull’offerta

Nel suo rapporto più recente, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio ha ridotto la previsione dell’offerta per quest’anno, aumentando al contempo la stima della domanda, il che, a suo avviso, si tradurrebbe in un mercato petrolifero globale un po’ più teso. La Russia ha già dichiarato che ridurrà la sua produzione di 500.000 barili al giorno a partire da marzo e non è previsto che altri membri dell’OPEC aumentino la produzione per compensare le riduzioni. Secondo l’OPEC, il ritorno della Cina dai limiti di mobilità richiesti sarebbe cruciale per la crescita del mercato petrolifero nel 2023.


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