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L’improbabile ascesa della Thailandia: dall’epicentro della crisi alla valuta più resiliente del mondo

25° anniversario della crisi finanziaria asiatica

La crisi finanziaria asiatica, iniziata nel febbraio 1998 e che ha colpito nazioni come la Thailandia, l’Indonesia e i loro vicini, viene commemorata questo mese nel suo 25° anniversario. Queste nazioni sono cadute nella disperazione quando i leader internazionali hanno lottato per fermare la diffusione della crisi, che ha causato un grave rallentamento della loro economia.

La resilienza del baht

Il mercato azionario in Thailandia è sceso di oltre il 60% e il valore del baht rispetto al dollaro è sceso di oltre la metà a causa della recessione economica del paese di circa il 20%. Il baht ha dimostrato di essere eccezionalmente durevole nonostante le incertezze, mantenendo il suo valore rispetto al dollaro meglio di qualsiasi altra valuta del mondo in via di sviluppo ed essendo superato solo dal franco svizzero nel mondo sviluppato.

Il baht viene scambiato a 33 per dollaro, non molto meno di 26 prima della crisi, ma la rupia indonesiana è attualmente scambiata a circa 15.500 per dollaro, in calo rispetto a 2.400 prima della crisi. Nonostante ciò, la Thailandia continua ad essere una popolare destinazione di viaggio con prezzi per ottimi ristoranti a Phuket a partire da $ 30 e camere d’albergo a 5 stelle intorno a $ 200 a notte.

Guadagni dall’ortodossia economica

Il governo thailandese ha adottato una posizione fiscalmente cauta dopo la crisi, che ha portato a un disavanzo pubblico pari in media all’1% del PIL, meno della metà della norma per le nazioni in crescita. Anche la banca centrale ha esercitato cautela, mantenendo tassi di interesse relativamente alti e la terza più bassa crescita dell’offerta di moneta tra i principali paesi emergenti al 7% annuo.

La Thailandia è una delle poche nazioni in ascesa a raggiungere una tale stabilità, con un’inflazione media leggermente superiore al 2%, la stessa degli Stati Uniti. Mentre il turismo è più che quadruplicato in percentuale del PIL, raggiungendo il 12%, il settore manifatturiero, che rappresenta un quarto del PIL del paese, ha continuato a svilupparsi e ad attirare significativi investimenti internazionali.

superando gli ostacoli

La Thailandia ha raggiunto la stabilità finanziaria e ha visto il suo reddito pro capite più che quadruplicarsi superando gli 8.000 dollari nonostante le turbolenze politiche, comprese quattro nuove costituzioni negli ultimi 25 anni. Il suo settore industriale è passato dalla produzione di automobili alla produzione di componenti per veicoli elettrici e attira ancora investimenti internazionali. Il baht thailandese è diventato la valuta più resiliente al mondo e un caso di studio sui vantaggi del conservatorismo economico dopo aver superato difficoltà che il franco svizzero non ha mai incontrato.


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