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I leader dell’UE decidono di aiutare temporaneamente e strategicamente l’industria verde.

Il 9 febbraio 2023, Olaf Scholz, il cancelliere della Germania, parteciperà a un vertice dei leader europei a Bruxelles, in Belgio.

BRUXELLES – Per garantire il futuro dell’Europa come hub manifatturiero di beni di tecnologia verde e per competere con Stati Uniti e Cina, i leader dell’Unione europea hanno deciso venerdì che dovrebbe essere consentito un sostegno “mirato, temporaneo e ragionevole”.

In risposta all’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti, la Commissione europea ha raccomandato di allentare le norme sugli aiuti di Stato per gli investimenti nelle energie rinnovabili, la decarbonizzazione delle industrie, l’idrogeno o le automobili a emissioni zero (IRA).

I leader dell’UE hanno espresso la preoccupazione che i 369 miliardi di dollari di sussidi dell’IRA che hanno restrizioni sui contenuti locali possano spingere le imprese a trasferirsi negli Stati Uniti invece che in Europa.

In una conferenza stampa dopo la riunione dei leader a Bruxelles, ha detto: “Quando guardiamo alla nostra competitività, dobbiamo fare il nostro studio e fare di tutto per garantire che non avremo una corsa internazionale ai sussidi”.

Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, il mercato delle tecnologie di energia rinnovabile prodotte in serie quadruplicherà fino a raggiungere i 650 miliardi di dollari all’anno entro il 2030.

Mentre la Cina detiene una quota di mercato di oltre il 50% in una varietà di settori, comprese le pale delle turbine eoliche, le batterie per autoveicoli, i pannelli solari e i pannelli solari, l’Europa vuole una parte dell’azione.

Saranno consegnati prima del prossimo vertice dei leader dell’UE il 22-23 marzo, secondo la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

I prestiti congiunti sono generalmente contrari e alcune persone temono che regolamenti più deboli sugli aiuti di stato genererebbero instabilità nel mercato interno dell’UE poiché i sussidi nelle due maggiori economie, Germania e Francia, renderebbero insignificanti le alternative ovunque.

Paesi come i Paesi Bassi, l’Irlanda, la Repubblica ceca e la regione nordica hanno espresso la preoccupazione che ciò possa tradursi in sovvenzioni non mirate eccessive e sostengono che sarebbe più vantaggioso concentrarsi sul miglioramento del mercato unico dell’UE.


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