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Le banche centrali si preparano all’invasione delle criptovalute, abbracciando una trasformazione senza precedenti

Un progetto meticoloso per l’integrazione delle criptovalute

Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha meticolosamente progettato un piano completo per incorporare le criptovalute nel sistema bancario. Dopo ampie consultazioni e feedback, hanno classificato le criptovalute in due gruppi distinti.
Il Gruppo 1, la “zona sicura”, comprende asset tradizionali tokenizzati e criptovalute stabili che si allineano ai pesi di rischio del quadro di Basilea esistente. Queste risorse aderiscono alle normative stabilite e alle pratiche di gestione del rischio.
D’altro canto, il Gruppo 2, la “zona ad alto rischio”, comprende le criptovalute che non soddisfano i criteri del Gruppo 1. Le banche che si impegnano con gli asset del Gruppo 2 si troveranno ad affrontare un trattamento patrimoniale più severo, paragonabile a camminare sul filo del rasoio finanziario senza rete di sicurezza. Il limite di esposizione raccomandato per questi asset è pari al 2% del capitale Tier 1 di una banca, con la forte raccomandazione di puntare più in basso, all’1%. Il superamento di questi limiti innesca ulteriori trattamenti patrimoniali rigorosi, evidenziando l’approccio cauto nei confronti di queste risorse digitali più rischiose.
Per garantire stabilità e responsabilità, alle autorità di regolamentazione è stato concesso il potere di imporre ulteriori asset ponderati per il rischio in base alla stabilità dell’infrastruttura sottostante per specifici asset crittografici. Ciò funge da valvola di sicurezza, impedendo che un eccessivo entusiasmo per le criptovalute mini la stabilità fondamentale.

Navigare nel panorama crittografico con precisione

Oltre alla categorizzazione delle risorse crittografiche, il Comitato ha introdotto diversi elementi cruciali per mantenere un approccio equilibrato e responsabile all’integrazione delle criptovalute. L’attenzione va oltre il semplice possesso di una stablecoin; si tratta di averne uno che incarni stabilità in ogni aspetto.
Per il momento il test del rischio di base è stato eliminato dall’equazione. Al centro dell’attenzione sono invece il test del rischio di riscatto e i requisiti di vigilanza regolamentare. Questo approccio garantisce che le criptovalute ancorate alle valute mantengano asset di riserva a basso rischio.
Le banche centrali hanno anche la responsabilità di classificare i propri asset crittografici pur essendo soggette a supervisione. Inoltre, lo standard è stato perfezionato per rispondere alle preoccupazioni sollevate durante la fase di consultazione, chiarendo in particolare la sua applicazione ai servizi di custodia forniti dalle banche.
Mentre le banche centrali intraprendono la loro invasione cripto, il panorama finanziario si prepara a una trasformazione accattivante e senza precedenti. Questa mossa coraggiosa dimostra la natura in continua evoluzione del settore e la determinazione delle banche centrali ad adattarsi all’era digitale.


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